Ex Cartiere Paolo Pigna

Luogo: Via Daniele Pesenti.

Le lontane origini, l’estensione, la qualità dei fabbricati e la storia della società fanno di questo stabilimento un’espressione di archeologia industriale di interesse tutt’altro che locale. Di proprietà privata, è accessibile su prenotazione ed in occasione degli eventi calendarizzati da Spazio Fase: www.spaziofase.com

Data Pubblicazione: 12 Dicembre 2023

Descrizione

Le Cartiere Paolo Pigna

Si tratta della fabbrica più importante nella storia economica e sociale di Alzano, caratterizzata da una lunga attività che ha coinvolto direttamente ed indirettamente le famiglie alzanesi per diverse generazioni. Lo stabilimento “moderno” sorge a partire dalla seconda metà dell’Ottocento grazie ad una serie di acquisizioni e riforme di opifici preesistenti, ubicati in una località eloquentemente denominata ad cartare almeno dai primi decenni del XVIII secolo. La posizione è strategica, siamo lungo la Roggia Morlana, canale artificiale che azionava molini, filatoi e le antiche cartiere di sub ripa o Sottoripa (oggi via XXV Aprile); altro toponimo del sito che deriva dalla presenza dell’alto terrapieno di delimitazione del borgo di Alzano Maggiore. Le strutture proto-industriali sfruttavano la forza idraulica del canale attraverso l’installazione di numerose ruote idrauliche, destinate all’azionamento delle macine per le granaglie e dei folli per la lavorazione dei cenci da cui si otteneva la “carta a mano”. I documenti d’archivio restituiscono una lunga sequenza di passaggi di proprietà per questi opifici preindustriali e ci permettono di ricostruire la storia delle principali famiglie alzanesi, e non, attive sul territorio (Zanchi, Stefanini, Berlendis, Milesi, Sonzogni, Pasqua Contenti, tra gli altri). Attorno alla metà dell’Ottocento si consolidano come proprietari degli opifici: Giuseppe Antonio Ghisalberti, Giuseppe Milesi e i fratelli Sonzogni fu Taddeo.

Le antiche strutture erano alquanto semplici. Si trattava di edifici coperti a tetto con alte finestre concluse ad arco ed ampi spazi chiamati “tese”, che servivano per l’asciugatura della carta. Nella roggia erano presenti numerose ruote “a secchie”. Muovevano le pile, o magli, che servivano a sfilacciare gli stracci per la produzione della carta. Erano inoltre presenti: caldaie, stanze per la colla, stanze per i fornelli ed altri ambienti funzionali.

Su tale assetto si inserisce, nel 1854-56, la ditta “Maglia Pigna & Compagni” il cui direttore tecnico è l’ingegnere milanese Paolo Pigna che, dopo aver gestito per diversi anni la cartiera di Vaprio d’Adda, decide di investire nel nucleo alzanese. Acquisisce la porzione orientale dell’antico insediamento e dal 1866 diventa unico proprietario. Nel 1883 passa al figlio Carillo e ai suoi soci: l’ing. G. Boschi, L. Sartirana e C. Conti. L’impianto tecnologico subisce una radicale innovazione grazie all’introduzione di: turbine idrauliche modello Jonval; batterie di macchine olandesi; macchine continue in piano; caldaie a vapore. Diventa così una cartiera moderna ed efficiente dove i cenci della più antica stagione lasciano il posto alla pasta di legno, alla paglia e, in seguito, alla cellulosa. Alla morte di Carillo (ultimi anni del XIX secolo) entrano a fare parte della società i fratelli Pesenti, già attivi nel settore industriale dei cementi. L’unione viene suggellata dal matrimonio tra Giuseppina Pigna, figlia di Carillo, e Daniele Pesenti. Ai coniugi si deve la trasformazione dell’antica casa Bidasio in Nese, oggi nota come Villa Paglia. La ditta mantiene l’originaria denominazione, ma viene perfezionato il marchio con l’aquila che stringe tra gli artigli una pigna. Nei primissimi anni del Novecento la società procede all’acquisto strategico dei terreni posti attorno al nucleo storico dello stabilimento, spingendosi anche a valle del tracciato della ferrovia della Valle Seriana; infrastruttura vitale per il primo impulso industriale della valle. Progressivamente lo stabilimento si sviluppa a sud, inglobando altri opifici come il “Cappellificio Italiano” e ad est, su terreni ancora liberi, verso le Officine da cementi dei Pesenti stessi. Bisogna attribuire sempre ai Pesenti la complessiva riforma dei fabbricati, che interviene sulle obsolete preesistenze con una peculiare cura architettonica ed eleganza. Analogamente a quanto accade nelle officine da cementi (l’ex Cementificio Italcementi), anche in queste costruzioni trova ampia diffusione l’applicazione del cemento semiarmato messo a punto dall’Ing. Cesare Pesenti, fratello di Daniele. I luminosi reparti di inizio Novecento sono inoltre palestra per l’uso sperimentale di colonne singole o binate, capitelli e mensole, travi variamente sagomate e voltine in getto di calcestruzzo. L’ultimo opificio rimasto slegato dalle cartiere Pigna, la cartiera Ghisalberti, viene acquisito nel 1920. Il complesso, per quanto unitario, mantiene nell’impianto planimetrico l’irregolarità delle più antiche preesistenze che, unite agli interventi di ampliamento, di demolizione e ricostruzione, di sopralzo, concorrono a determinare quella variegata quanto affascinante compagine di edifici e strutture ancora oggi apprezzabile. I lavori e la costruzione di nuovi ambienti continuano anche nel secondo dopo guerra. La guida resta nelle mani dei Pesenti, fatti salvi un periodo di direzione da parte dell’ing. Paolo Radici (dal 1943 al 1960) e l’ultimo quindicennio di attività.

La cartiera è diventata celebre per i quaderni, le cui copertine ripercorrono gusto, stile ed influenze del tempo, ma anche per le numerose lavorazioni di cartotecnica.

Modalità di Accesso

L’edificio, di proprietà pubblica, è tutt'ora sede delle scuole elementari.

Luogo
Via Daniele Pesenti, Alzano Lombardo, BG, Italia
Costi

Gratuito.

Ultimo Aggiornamento

12
Dic/23

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