Villa Augusto Pesenti (Villa Camilla)

Descrizione

La Villa

Si tratta di una delle più belle e ricche dimore altoborghesi della Valle Seriana, commissionata all’architetto Virginio Muzio attorno al 1895 da Augusto Pesenti quale regalo di nozze per la moglie, Camilla Donadoni.

Muzio adotta per questa elegante residenza un sobrio impianto cubico su due piani: l’articolazione dei vani è rigorosamente simmetrica rispetto alla sequenza centrale che dall’ingresso da viale Roma conduce, attraverso il vestibolo e una grande sala, alla loggia con terrazza aperta sul giardino retrostante. Lo stile adottato per i fronti esterni è un elegante, quanto sobrio, Neorinascimento che si fa più ricco sul lato rivolto al giardino. A seguito della nascita dei figli di Augusto Pesenti e Camilla Donadoni, agli inizi del Novecento, la villa viene ampliata. Il progettista non è noto, ma si può senz’altro escludere che si tratti di Muzio in quanto morto nel 1904. Lo stile dell’ampliamento si scosta dal nucleo originario, di cui resta la documentazione fotografica, soprattutto per ragioni stilistiche. Al carattere neorinascimentale, ancora leggibile nella porzione centrale dell’affaccio verso valle, si sovrappone un esuberante, ma raffinato apparato decorativo di ispirazione Liberty. Plausibilmente Augusto aveva potuto ammirare residenze di carattere simile durante i suoi viaggi all’estero. Con l’ampliamento vengono aggiunte simmetricamente due campate laterali dotate di una torretta ottagona aggettante dal fronte principale ciascuna e un bow-window al centro dei fronti laterali; viene inoltre aggiunto un terzo piano. Il nuovo assetto distributivo e decorativo conferisce alla dimora una ricchezza e una sfarzosità inedite, tanto all’interno quanto all’esterno. La riforma novecentesca arricchisce la villa di nuovi ambienti sia privati che di rappresentanza, o di società, che si snodano secondo specifici percorsi e sono connotati da temi figurativi che conferiscono loro precisi caratteri individuali. Ciò sulla scorta di una tradizione plurisecolare della cultura architettonica delle residenze patrizie e nobiliari che proprio nell’Ottocento viene tradotta e semplificata nelle dimore borghesi, dove prevale la dimensione domestica, con esiti particolarmente felici.

La sequenza di ambienti più rappresentativa è situata al piano terra. Dall’ingresso si accede al vestibolo con il tipico scalone monumentale, dove al gusto neoclassico si abbinano soluzioni figurative proprie della reinterpretazione, non scevra da eclettismi, dell’architettura romana. Dal vestibolo si accede ad ampie sale di rappresentanza, ognuna con una propria connotazione stilistica. Troviamo quindi al centro, nel nucleo originario dell’edificio, una sala di gusto neorinascimentale aperta sulla loggia, mentre nell’ala est, affacciata sul giardino, abbiamo la sala da pranzo decorata in stile neomedievale grazie all’appartato pittorico che imita la presenza di un arazzo con orlo a racemi appeso alla sommità delle pareti. I temi riprodotti nella sala da pranzo sono venatori, vegetali, scene d’amor cortese, scudi araldici e non vengono ripresi nel piccolo fumoir annesso che al contrario è di gusto neorinascimentale, con le pareti rivestite in cuoio lavorato. L’apice dello sfarzo si raggiunge nel salone vero e proprio situato nell’ala ovest, denominato Sala d’Oro in ragione dei panneggi e dell’allestimento che lo decoravano e di cui restano solo tracce. L’ispirazione della Sala d’Oro è oltremodo colta, richiama lo stile barocchetto che più si addice ad una sala per le feste.

Al piano primo si trovano invece gli ambienti privati, camere da letto e cabinets decorati con temi più liberi rispetto a quelli utilizzati negli ambienti di rappresentanza.

L’accuratezza che connota le ville progettate da Muzio per i Pesenti le porta ad emerge anche in virtù dell’utilizzo promozionale e celebrativo delle pietre artificiali, anche dette “cementi decorativi”, fabbricate dai Pesenti stessi ed impiegate in molteplici declinazioni applicative.

Le Pertinenze e il Giardino

Il complesso di Villa Camilla è arricchito da alcune preziose pertinenze che rispondono alle esigenze di comfort, agio e rappresentanza. Abbiamo quindi: la splendida serre-salon, la scuderia posta sul fondo del giardino, l’abitazione dello chauffeur. Lo stesso giardino presenta motivi di interesse. Era articolato sul davanti della villa con un’ampia aiuola circolare con fontana, ora scomparsa, che consentiva la svolta delle automobili e un parco più informale tutt’attorno.

Tra le pertinenze merita particolare attenzione l’edificio sorto a lato della villa, addossato al muro di recinzione, che svolge il compito di salone da giardino, o serre-salon. Si tratta di una sorta di giardino d’inverno a cui l’architetto Virginio Muzio dedica una cura particolare. Collocato su un lieve pendio, si impostata su una base rustica realizzata in pietra con la tecnica dell’opuincertum. Sottili ed eleganti cornici architettoniche inquadrano ampie vetrate finemente smerigliate con motivi decorativi Liberty e il lato verso valle si prolunga in un pergolato aggettante dalla pianta semicircolare che risulta così addossato al salone, ma da questo separato per mezzo di una grande apertura ad arco policentrico; una sorta di “bulbo” di gusto Liberty che occupa l’intera parete. Particolarmente raffinata è la decorazione, sia interna che esterna, che vede l’impiego di ceramiche dipinte, come per il fregio esterno in piastrelle di ceramica che riproduce tondi floreali e uccelli variopinti tutti diversi fra loro. Sempre all’esterno risalta l’uso quasi virtuosistico dei cementi decorativi, applicati nelle loro diverse potenzialità plastiche e cromatiche nella balaustra di coronamento con putti e nei tondi ad altorilievo di facciata, con putti musicanti e danzanti di grande realismo. All’interno si ha modo di apprezzare pienamente lo straordinario livello qualitativo delle produzioni ceramiche dato che tutte le parti murarie sono rivestite di piastrelle che riproducono motivi decorativi dal disegno molto raffinato e soggetti: floreali, uccelli esotici, paesaggi estivi e invernali e scene campestri. Il soffitto ligneo perlinato presenta nelle due specchiature centrali due grandi tondi in legno dipinto di grigio bruno, con putti in basso rilievo a cui sono appesi due grandi lampadari esotici. Ne risulta quindi un ambiente riccamente decorato e di grande eleganza, ancora leggibile nonostante il deplorevole stato di conservazione dovuto anche al fatto di essere stato, in passato, ridotto a rettilario.

Approfondimento: Augusto Pesenti

Augusto Pesenti ebbe un ruolo di primo piano nella conduzione della ditta di famiglia per la produzione di cementi, destinata ad un rapido e straordinario successo industriale sino a diventare Italcementi nel 1927. I Pesenti non tardano nell’evidenziare il nuovo status raggiunto con il rapido progredire della ditta e lo fanno proprio attraverso la costruzione di edifici come la straordinaria e gloriosa “Officina Pesenti per la produzione del Portland” (a poca distanza da Villa Augusto Pesenti, o Villa Camilla) e le loro stesse dimore, costruite ex novo o frutto della riforma di complessi preesistenti (tra gli altri, Montecchio; Villa Pesenti-Pigna, poi Paglia; palazzo Pelliccioli; l’attuale Municipio; il Belvedere). Tra le diverse dimore Pesenti, quella di Augusto è l’unica ubicata vicino allo stabilimento, di cui Augusto fu direttore.

Approfondimento: I Pesenti e Virginio Muzio

A partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento la famiglia Pesenti intraprende una fase di importanti acquisti di terreni e case in Alzano, tra cui alcuni antichi insediamenti suburbani destinati ad essere riformati. Gli interventi ex novo voluti dai Pesenti sono spesso il prodotto del proficuo rapporto instaurato con l’architetto bergamasco Virginio Muzio e si distinguono per lo studio della distribuzione dei locali, la presenza di tutti i comforts comprese le prime dotazioni impiantistiche, il disegno armonioso, la costruzione e le rifiniture raffinate, la presenza di: parquet ad intarsi, boiseries alle pareti, soffitti spesso dipinti. Si tratta di un fenomeno che contraddistingue la Valle Seriana dove, a cavallo tra Otto e Novecento, le numerose ville eclettiche legate a famiglie industriali (spesso di origine mitteleuropea) emergevano nel paesaggio locale. In questi complessi edilizi risaltava peraltro il rapporto di contiguità, seppure gerarchico, tra i luoghi di produzione e quelli di residenza del proprietario, dei dirigenti e degli operai.

Il caso dei fratelli Pesenti ha rilievo sovralocale grazie al coinvolgimento di Virginio Muzio (1864-1904), allievo di Camillo Boito all’Accademia di Brera di Milano (dove insegnerà egli stesso) e molto attivo nella provincia di Bergamo. L’opera di Muzio è coerente al dibattito architettonico di quegli anni, impegnato nell’applicazione dei linguaggi storicisti che vanno dal neomedievale al neoclassico, con innesti Liberty; lessici diversamente interpretati in funzione delle esigenze rappresentative ed espressive della destinazione degli edifici e del ruolo dei committenti. Nei primi anni Novanta dell’Ottocento l’architetto è già attivo in Alzano nell’impegnativo completamento della facciata della seicentesca basilica di San Martino Vescovo, rimasta per secoli incompiuta, ed è anche progettista della villa del capomastro Giovanni Verzeri lungo un suggestivo scorcio della Roggia Morlana (oggi via IV Novembre). Nelle sue ville e pertinenze (la serre-salon e la scuderia di Villa Camilla, l’oratorio privato della villa per Carlo Pesenti a Montecchio) l’architettura è pensata espressamente per rendere manifesto lo status raggiunto dalla famiglia committente e nonostante le consistenti trasformazioni subite da alcune di esse, le residenze della famiglia Pesenti emergono ancora oggi dal contesto edilizio e urbano denunciando pienamente la loro identità di architettura colta e pretenziosa, frutto di una felice congiuntura economica, sociale e culturale.

Virginio Muzio muore nel 1904 e suo figlio, Giovanni Muzio, diventerà una delle figure più importanti del movimento architettonico milanese denominato “Novecento”.

Modalità di Accesso

Residenza privata.

Luogo
Via Roma, Alzano Lombardo, BG, Italia
Costi

Gratuito.

Ultimo Aggiornamento

12
Dic/23

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