Chiesa di San Pietro Martire

Descrizione

La Chiesa

In base alle fonti scritte, il luogo dove ora si trova la Chiesa di San Pietro Martire era sede di un edificio sacro già intorno all’anno Mille. Una prima ricostruzione viene ricondotta al 1300, ma per avere dei dati certi bisogna aspettare il 1457, quando la chiesa di San Martino Vescovo diventa sede parrocchiale e la chiesa di San Pietro Martire passa in gestione ai Frati Domenicani. Ai nuovi proprietari se deve la costruzione dell’abside in forme rinascimentali, su progetto attribuito all’architetto bergamasco Pietro Isabello (nascita presunta 1484 - morte 1549); autore di diverse chiese e palazzi in Bergamo. L’addizione viene benedetta nel 1529 assieme alla preziosa pala con il Martirio di San Pietro da Verona, attribuita a Jacopo Palma il Vecchio ed oggi conservata presso il Museo d’Arte Sacra San Martino (piazza Italia). La chiesa fu sede di diverse confraternite, la più importante fu quella di San Pietro che si lega alla figura dei Disciplini Bianchi, altrimenti noti come Flagellanti. I documenti attestano inoltre la presenza della Confraternita della Madonna Addolorata dei Sette Dolori, a cui viene dedicato un importante altare.

La facciata a capanna è trattata con un intonaco graffiato che vuole imitare il bugnato gentile, sul quale spiccano gli elementi architettonici in pietra. Il bel portale di gusto manierista presenta un timpano arcuato spezzato ed un rosone a raggiera di stile neogotico costruito nel 1910. La cornice sottogronda è ad archetti intrecciati e le due nicchie goticheggianti ospitano le figure di Adamo ed Eva. Le statue sono più antiche e la loro provenienza originale non è certa.

L’articolazione attuale della chiesa riflette probabilmente quella originale, con una grande aula suddivisa in quattro campate da sottili pilastri ancora visibili. Al centro della parete di fondo troviamo l'abside cinquecentesca, con a lato due altari. L'uso sapiente del ritmo architettonico, delle modanature in pietra viva e l'eleganza dei capitelli, la ricca decorazione della volta ed un attento studio delle proporzioni danno l'illusione che lo spazio sia maggiore rispetto alle dimensioni reali. Data l’attribuzione del progetto dell’abside all’Isabello, è facile pensare che anche la grande ancona in legno dorato che ospitava la cinquecentesca pala con il Martirio di San Pietro eseguita da Palma il Vecchio sia sua. Si tratta di un’ancona monumentale alta circa nove metri ancora in ottimo stato di conservazione. Oggi ospita il dipinto di Bartolomeo Litterini, del 1707, raffigurante il medesimo soggetto poiché agli esordi del Settecento si ritenne più opportuno trasferire la pala originaria nella Basilica di Alzano Maggiore. L'altare principale presenta la struttura caratteristica della bottega dei Caniana, mentre gli altari laterali probabilmente fanno parte del progetto dell'Isabello. Vengono realizzati in epoca più tarda e ospitano due tele dei primi del '600 di G.P. Cavagna, raffiguranti la Trinità e l'Adorazione dei Magi. La prima tela raffigura in alto il Padre Eterno che regge il Firmamento, il Cristo con il globo terracqueo e la colomba simbolizzante lo Spirito Santo; in basso quattro Disciplini Bianchi in uno scorcio del paesaggio di Alzano, dove si riconoscono il Monte Frontale, il Castello e il fiume Serio. La seconda tela aveva forse una collocazione diversa, poiché non si adatta perfettamente alla cornice. Dietro al tabernacolo, su un'antica tavola probabilmente cinquecentesca, è raffigurata la Pietà recentemente attribuita a Maffiolo da Cazzano e attorno, i tondi dei Sette Dolori della Vergine attribuiti a Giovanni Carobbio (metà del XVIII secolo).

L’aula della chiesa, a doppio spiovente su ampie arcate ogivali, subisce un intervento di ridisegno dalle forme neogotiche agli inizi del Novecento. Il progetto è dell’ingegnere architetto Elia Fornoni e viene impreziosito dai dipinti murali eseguiti dal pittore F. Domenghini che richiamano la corte celeste. Risale invece al 1471 un frammento di affresco raffigurante uomini in preghiera, attribuito alla bottega dei Marinoni di Albino. Lungo la parete destra si trova l'altare della Pietà, caratterizzato da forme tondeggianti e costruito in marmi locali lavorati probabilmente dai Manni di Gazzaniga. Nella prima campata, sulla destra, è presente la lapide dedicatoria in marmo nero a ricordo di Bernardino Seradobati, mercante alzanese e benefattore. Le tele tardo cinquecentesche presenti lungo le pareti provengono, sempre probabilmente, da un palazzo genovese. La chiesa è dotata di un organo del 1912, che sostituisce uno più antico andato perduto.

A lato della chiesa si trova la Scuola di San Pietro. L’edificio eretto nel 1650 ha un portale in calcare scuro, finestre classicheggianti e un’ampia sala interna voltata a padiglione e decorata con l’affresco di San Pietro Martire in gloria. Questo luogo ospitò la prima scuola di musica della Valle Seriana.

Approfondimento: L’antico borgo di San Pietro

La Contrada San Pietro è l’insediamento, attestato, più antico della città di Alzano. Posto ai piedi del monte Frontale viene associato alla Gens Alicia, da cui deriva probabilmente il nome Alzano. La chiesa di San Pietro Martire si trova in posizione strategica, alla confluenza delle due antiche strade che consentivano di risalire il corso del fiume Serio verso la Valle Seriana e verso Lonno, quindi, l’Alta Valle Brembana che ottiene una comunicazione diretta con Bergamo solo dalla fine del Cinquecento. Attorno alla chiesa abbiamo traccia di strutture difensive quali torri e mura in parte demolite a seguito dell'apertura della strada provinciale. Nonostante gli interventi sulla viabilità, il borgo di San Pietro conserva i caratteri medievali: strade strette, piazze piccole e irregolari, case edificate in pietra grezza ("borlandi", o pietre di fiume) con cantonali in conci di calcare locale squadrati, soffitti e tetti in legno, finestre piccole, ampie volte a crociera al piano terra, loggiati al piano superiore. Le prime strutture difensive venivano realizzate con palizzate e terrapieni e difficilmente si conservano. Le testimonianze diventano più consistenti quando si passa alle strutture in muratura, con torri e porte cittadine, del periodo interessato dalle lotte tra guelfi e ghibellini. Questo perché la tipologia di armamento cambia e le strutture difensive devono adeguarsi alle nuove esigenze. Le torri, con feritoie e porta d'ingresso in posizione protetta o comunicanti con la casa confinante, utilizzavano la merlatura per dichiarare apertamente lo schieramento politico: i merli Guelfi avevano la sommità squadrata e indicavano il sostegno al papato, i merli Ghibellini avevano la sommità a coda di rondine e indicavano il sostegno all’impero. Alzano era Guelfa, ma le merlature delle torri non si conservano. La letteratura su Alzano ricorda ben sette torri, di queste sono ancora riconoscibili: la torre situata sul ponte della Seriola (XIII sec.) meglio nota come Torrazzo ed oggi inglobata in una costruzione ad uso residenziale che conserva il loggiato seicentesco; l’edificio detto Torre di via alle Viti sito in piazza San Pietro (l'antica Piazza delle Cinque Vie) dai caratteri architettonici più regolari rispetto al Torrazzo e fronte principale ingentilito dalle finestre con poggioli che hanno sostituito le più antiche aperture. Le restanti tracce del lontano passato sono appena leggibili nelle abitazioni e nei toponimi. Il Castello di San Pietro, ad esempio, non presenta l'aspetto che siamo soliti associare alla parola. Ricorda una ricca residenza ed è più simile alla definizione di castello Alto Medievale, costruito nel XIV secolo è infatti un tipico esempio di architettura rustica medievale. I suoi primi proprietari furono gli Alzani, ritenuta la famiglia più antica del paese.

Modalità di Accesso

Aperto durante le SS. Messe, o visitabile su richiesta: www.museosanmartino.org

 

Luogo
Via Alle Viti, 17, Alzano Lombardo, BG, Italia
Costi

Gratuito.

Ultimo Aggiornamento

12
Dic/23

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