Sentieri del territorio - Guida

Alzano Lombardo offre molte possibilità per passeggiate in mezzo alla natura. Di seguito vengono elencati i sentieri CAI ed i sentieri e le mulattiere che da Alzano e le sue frazioni consentono di raggiungere punti panoramici o di interessa a livello storico, naturalistico, geologico e paesaggistico. Oltre ad alcune indicazioni che permettono una visita più consapevole del Territorio. 

Data Pubblicazione: 11 Dicembre 2023

Descrizione

Il paesaggio, i suoli e la vegetazione

Alzano Lombardo cresce sopra a delle rocce sedimentarie di origine mariana. Formatesi grazie alla deposizione di fanghi calcareo-dolomitici e parti di organismi, in ambiente marino, a partire dal Triassico superiore (ca. 210 milioni di anni fa) fino al Giurassico (tra i 200 e i 130 milioni di anni fa). Le principali rocce sono di tipo calcareo (Canto Alto, Monte Cavallo, Monte di Nese, Val Porla, Monte Colletto, Pizzo e Corni di Lonno) o siliceo (Val Lujo, Büsa di Nese, Monte Colletto). Tali rocce hanno condizionato il paesaggio e la vegetazione, in relazione alla loro composizione chimica e alla loro resistenza all'erosione. Nel territorio montano alzanese si possono distinguere i seguenti tipi di paesaggio:

- Dolomico tipico: Monte Costone, Valle Formica, Monte Podona, Val Belbìer.

- Altopiano su roccia dolomitica: Spiazzi e versante sud del Monte Filaressa-Castello, Monte Corna Bianca.

- Monte e altopiano calcareo: Monte di Nese, Monte Cavallo, Canto Alto.

- Monte siliceo: Monte Ganda, Monte Bastia - Zuccarello di Val Lujo.

 Il Paesaggio dolomico tipico

Le rocce dolomiche sono resistenti all'erosione e danno origine ad un suolo poco profondo. L'abbondanza di fratture nella roccia accresce la permeabilità rendendo il paesaggio aspro e arido. I pendii scoscesi e rupestri uniti ad un suolo poco profondo non offrono acqua sufficiente per la crescita degli alberi, per questo la vegetazione è caratterizzata da praterie magre, da boscaglie (carpino nero e orniello) e da arbusteti (pero corvino o perello, ramno dei sassi, cotognastro e ginestre). I boschi sono confinati a valle, nelle aree più umide come la Valle Formica. La scarsa copertura di chiome permette alla luce di raggiungere il sottobosco, dove prosperano specie erbacee della prateria. L'abbondanza di luce porta anche ad una fioritura che copre tutte le stagioni. Il suolo, a causa dell'elevato contenuto di calcio e magnesio, condiziona le specie vegetali, costituite da erbacee specializzate che non vengono intossicata da questi minerali.

Il Paesaggio degli altopiani su roccia dolomitica

Anche se situati su rocce dolomitiche, sono aree quasi pianeggianti con suoli profondi e fertili e ricchi pascoli. La spiegazione sta nel fatto che gli altopiani conservano testimonianze delle fasi geologiche in cui il territorio godeva di un clima più caldo e umido ed era ricoperto da foreste rigogliose. In queste condizioni la roccia ha subito alterazioni a livello fisico e chimico dato che l'acqua l'ha privata dei carbonati. Restano i minerali quali ferro e alluminio, che si sono trasformati in suoli argillosi di colore rosso. Le Terre Rosse, visibili a Castello e Spiazzi di Monte di Nese, contengono cristalli di quarzo. Dove la roccia era più resistente restano dei pinnacoli (Corna Piatta, zona Castello), visibili seguendo l'itinerario noto come "Bivio per la Forcella - Monte Filaressa".  

Il paesaggio dei monti e degli altopiani calcarei

Le rocce di queste zone sono costituite prevalentemente da calcare poco friabile o argillite molto friabile, la resistenza all'erosione è quindi variabile. Dove affiorano le rocce friabili abbiamo conche o altopiani pianeggianti (Brumano-Botta, Burro-Pisaròta), mentre le rocce più resistenti costituiscono i rilievi (Canto Alto, Monte Cavallo, Monte Colletto, Pizzo e Corni di Lonno) caratterizzati da vette costituite da rocce bianche o grigio-chiare. La cima del Monte del Cavallo presenta un calcare candido detto "maiolica" ed indice di resistenza dato che più il colore è chiaro più i calcari sono puri e resistenti. Presente forma spianata, dettata dalla deposizione sul fondo del mare, per strati orizzontali, circa 130 milioni di anni fa. Nelle zone con rocce friabili sono stati ricavati pascoli e prati, quelle con rocce non erodibili, al contrario, sono rimaste boschive (Pizzo e Corni di Lonno). Con il tempo i boschi sono degradati a causa di incendi e tagli eccessivi, ospitando i pascoli magri (Canto Basso verso Olera e Canto Alto). 

In queste aree la vegetazione è influenzata anche dall'esposizione al sole. Sul versante soleggiato dei monti Cavallo e Canto Alto abbiamo boschi di querce (roverella) e carpino nero. Sul versante in ombra, verso la Valle Brembana, abbiamo boschi di frassino maggiore, acero montano, sorbo montano, nocciolo e faggio.

Il paesaggio dei monti silicei

Interessa la sola valle del Lujo ed è particolarmente interessante. Costituito da rocce composte da selce e povere di minerali carbonatici, è il luogo ideale per rigogliosi castagneti e betulleti o brughiere a brugo, felce aquilina e pioppo tremolo. Le caratteristiche del terreno e della vegetazione favoriscono inoltre la presenza di funghi più o meno commestibili.

Approfondimento: Le Vie Mercatorum e gli antichi sentieri di collegamento

La via Mercatorum, più che una singola strada, era un gruppo di sentieri e mulattiere che in età medievale servivano per mettere in comunicazione Bergamo con la Valle Brembana, anche a livello commerciale. Bisogna ricordare che per molto tempo le strade commerciali, soprattutto in collina non erano pavimentate. I sentieri che hanno svolto questo ruolo in epoca antica si distinguono per la presenza di edifici che presentano le caratteristiche strutturali delle stazioni di sosta, ponti che per tecnica costruttiva possono essere datati a fasi storiche antiche e pietre miliari. Solo nei tratti più ripidi sono presenti ciottoli posizionati per facilitare la presa degli animali da soma impiegati per trasportare beni e prodotti commerciali. Una volta giunti in Valle Brembana il tracciato sentieristico-commerciale proseguiva fino alla Valtellina e ai Grigioni svizzeri. L’assidua frequentazione vede un netto calo dopo il 1592, anno della costruzione sotto il dominio veneto della più celebre, e meglio documentata, Strada Priula.

Sono numerosi i tracciati, oggi sentieri escursionistici, che hanno svolto ruoli di comunicazione e collegamento in epoca antica. Oggi sono sentieri sparsi che, per il caso alzanese, collegano tra loro le frazioni e le località di Brumano, Burro, Olera e Monte di Nese. A riprova del legame con la Valle Brembana, le frazioni Olera (fino al 1925) e Monte di Nese (fino al 1928) facevano parte del comune di Poscante che oggi è frazione di Zogno (Valle Brembana). I due valichi inseriti nei percorsi commerciali erano quelli del Canto Basso e della Forcella di Monte di Nese.

L’ecosistema della zona montana di Alzano Lombardo

L’ecosistema è formato dagli esseri viventi e dall’habitat in cui essi vivono. La sua “vita” ed evoluzione dipendono dagli equilibri che nascono proprio tra gli esseri viventi e l’habitat che li ospita, equilibri spesso unici che portano ad avere ecosistemi molto diversi tra di loro. -

Tenendo conto di quanto detto in precedenza, in linea di massima, possiamo dire che alle quote più basse, dove il suolo è vario e dove la quantità di materia organica è maggiore, possiamo trovare piante di castagno che tollerano poco i suoli calcarei, mentre alle quote medie e alte c’è una netta predominanza di piante come la roverella e il carpino nero che vivono bene su suoli calcarei. Grazie alle abbondanti precipitazioni della nostra zona abbiamo quindi una foresta che rientra nella tipologia delle decidue temperate, dove vivono molte specie animali che comprendono invertebrati, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi. Tra gli invertebrati possiamo citare il cervo volante, il cui ciclo vitale è strettamente legato alla presenza della roverella, mentre un indicatore di buona salute del territorio è la presenza del barbagianni, del gufo reale, delle salamandre, degli ululoni dal ventre giallo (anfibi), della cicindela (coleottero). A minare la salute di questo ecosistema è la deforestazione. Nel corso dei secoli l’uomo ha visto la foresta come una risorsa da sfruttare per il legname e la coltivazione costringendo le specie che abitavano i boschi a adattarsi alla nuova situazione, quando possibile. In tempi recenti, a seguito di cambiamenti sociali e tecnologici, lo sfruttamento della foresta è diminuito e i vecchi campi in disuso sono stati riconquistati dalla vegetazione. Traccia dell’intervento umano è però leggibile nei terrazzamenti, nella presenza di muretti a secco che appaiono nascosti tra le piante. La diminuzione della presenza dell’uomo nella foresta ha inoltre permesso a molte specie di tornare a prosperare, è il caso dei caprioli.

Approfondimento: Specie botaniche rilevanti, per cui è vietata la raccolta

Il territorio di Monte di Nese, oltre ad offrire ottimi punti panoramici ed escursioni di varia intensità, permette di osservare specie botaniche importanti dal punto di vista botanico; per cui è assolutamente vietata la raccolta.

Di seguito un elenco delle tipologie rilevanti della zona dolomitica:

Aglio Giallastro - Allium ericetorum.

Aquilegia di Einsele - Aquilegia einseleana

Astro di Lombardia - Telekia speciosissima

Carice del Monte Baldo - Carex baldensis

Citìso Insubrico - Cytisus emeriflorus

Cneoro - Daphne cneorum

Euforbia Variabile - Euphorbia variabilis

Eufrasia a Tre Cuspidi - Euphrasia tricuspidata

Laserpizio Insubrico - Laserpitium nitidum

Pedicolare Spiralata - Pedicularis gyroflexa

Primula di Lombardia - Primula glaucescens

Scabiosa della Val Vestino - Scabiosa vestina

Di seguito un elenco delle tipologie rilevanti delle praterie dolomitiche:

Cefalantera Maggiore - Cephalanthera longifolia

Elleborina Gialla - Epipactis gr. helleborine

Elleborine Violacea - Epipactis atropuropurea

Gmnadenia - Gymnadenia conopsea

Ofride Insettifera - Ophrys insectifera

Ofride Verde-Bruna - Ophrys sphecodes

Orchide - Anacamptis pyramidalis

Orchidea Mascolina - Orchis mascula

Orchidea Pallida - Orchis pallens

Orchidea Tridentata - Orchis tridentata

Di seguito un elenco delle tipologie rilevanti delle rupi calcareo-dolomitiche:

Campanula Elatinoide - Campanula elatinoides

Primula Orecchia d'Orso - primula auricola

Ramno Spaccasassi - Rhamnus pumilus

Raponzolo di Roccia - Physoplexis comosa

Sassifraga delle Rocce - Saxifraga petraea    

Approfondimento: la sicurezza in montagna

Anche se nella scala delle difficoltà escursionistiche CAI, tutti i sentieri CAI, del Parco dei Colli e i percorsi ad anello indicati in questa sezione sono classificati come “E”: “itinerari escursionistici privi di difficoltà tecniche” ed anche se ci si trova a pochi passi dalla città, non bisogna sottovalutare i possibili rischi.

In montagna non esiste il rischio “zero”. Anche da noi ci sono sentieri impervi con vari gradi di difficoltà (zona pozze della Busa e Val Formica). Anche i dislivelli possono essere significativi. Sentieri e percorsi, relativamente facili in condizioni normali, possono diventare particolarmente insidiosi in presenza di acqua, pioggia, neve o ghiaccio. Questo soprattutto se il terreno è particolarmente argilloso, o se vi è la presenza di foglie cadute, erba lunga su pendii scoscesi, rocce o sassi particolarmente arrotondati che possono diventare molto scivolosi. In questi casi risulta molto utile l’uso dei bastoncini telescopici e avere calzature idonee.

Quando si percorrono sentieri, sono assolutamente da evitare scarpe con suola piatta o comunque poco sagomata, come quella delle “scarpe da ginnastica”, che in realtà sono più idonee per una passeggiata in centro che per un’escursione.

Percorrete solo sentieri ben segnalati. I sentieri a segnavia CAI o del Parco dei Colli che si trovano sul nostro territorio non presentano eccessivi gradi di difficoltà e possono essere percorsi generalmente con bambini al seguito. Ciò nonostante, non bisogna dimenticare che il grado di difficoltà di un’escursione, oltre alla conformità del terreno, va rapportato alla propria esperienza in ambiente montano, alle proprie capacità psico-fisiche, al proprio equipaggiamento e alle condizioni meteorologiche.

In ogni caso si ritiene utile segnalare che nella sezione “sicuri in montagna” del sito del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Toscano, si possono consultare pubblicazioni in merito a come comportarsi quando si va in montagna, specifiche per ogni occasione: sentieri, neve, ferrate, funghi, ecc. Nella stessa sezione è possibile il download dei documenti in formato pdf e/o la loro stampa.

Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico Toscano - Indicazioni utili per i sentieri locali

Sicuri sui SENTIERI

Sicuri sulla NEVE

Sicuri a cercar FUNGHI

Modalità di Accesso

Accesso libero.

Luogo
Alzano Lombardo, BG, Italia
Costi

Gratuito.

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